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Anche il gioco d’azzardo ha i suoi professionisti

Certo che ne ha fatta di strada! Dalle taverne del porto di New Orleans, ai quattro angoli del mondo.

Al giorno d’oggi il poker è senza ombra di dubbio il gioco di carte più apprezzato e conosciuto. Arrivato negli Stati Uniti d’America con i mercantili francesi fra il XVIII e XIX secolo, fece ritorno sul Vecchio Continente e approdò in Estremo Oriente negli zaini dei ragazzi americani chiamati alle armi durante la seconda guerra mondiale.

Ma il successo planetario arrivò sul finire dello scorso millennio, quando in Rete cominciarono a spuntare le prime poker room.

Un boom che dopo l’exploit di Christopher Bryan Moneymaker alle World Series of Poker del 2003 spinse diversi giocatori a tentare la strada del professionismo. Il contabile originario di Atlanta riuscì, difatti, a piazzarsi davanti a tutti al suo primo campionato live e dopo avere cominciato la scalata senza grosse pretese da un torneo satellite online.

Da allora i cosiddetti PPP, acronimo che sta per professional poker player, sono aumentati a dismisura anno dopo anno. E oggigiorno al pari degli atleti di altre discipline, prima di importanti tornei svolgono perfino dei periodi di preparazione: studio dei possibili avversari, allenamento nelle sale da gioco online, come per esempio netbet.it, esercizio fisico, regime alimentare ad hoc.

Insomma, nulla sembra essere lasciato al caso. D’altronde solo una decina d’anni fa la finale delle world series europee superò ogni precedente primato di durata. Per conoscere il nome del vincitore occorsero ben 19 ore e 10 minuti, lasso di tempo in cui sul tavolo verde furono giocate 484 mani.

Anche l’Italia ha i suoi PPP?

L’Agimeg, l’Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco, ha fatto sapere che nello scorso 2018 il poker da torneo ha fatto registrare nel nostro Paese una spesa di circa 82 milioni di euro, mentre quello in versione cash game ha raggiunto un valore leggermente più basso, pressappoco 65,2 milioni di euro.

Dati, quelli appena citati, che mostrano come anche da noi il poker non sia più un fenomeno di nicchia. Pensare che fino al 2 settembre 2008, chi voleva avvicinarsi a questo passatempo, poteva farlo solo sedendosi ai tavoli verdi dei quattro casinò allora in attività: Campione d’Italia, Sanremo, Saint-Vincent, Venezia. Fu praticamente dieci anni fa, difatti, che andò in scena la prima partita a poker online in Italia su un circuito autorizzato dall’AAMS, l’organo del Ministero dell’Economia e delle Finanze ormai incorporato nell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Da allora chissà in quanti si saranno identificati in Mike McDermott, lo studente universitario protagonista della pellicola “Il Giocatore – Rounders”, che a un certo punto del film racconta: “Immaginavo diversamente il mio futuro: io, al tavolo verde, con Doyle alla mia destra e Amarillo Slim alla mia sinistra, a giocarci i campionati mondiali”.

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